LE MORTI COLLATERALI DA COVID : UN’OMBRA CHE SPAVENTA IL PROSSIMO FUTURO.

 

Oggigiorno nell’occhio del ciclone è solo un unico protagonista : covid 19. Si parla di chi muore in pochi giorni stroncato da un’insufficienza respiratoria , dei giovani che in buona salute vengono ricoverati e delle terapie intensive vicine al collasso. I giornali, telegiornali e le radio parlano solo di chi ha contratto il coronavirus, chi ce l’ha fatta e chi no.

 

In pochi però aprono una porta che sembra esser stata dimenticata. In pochi parlano degli ambulatori svuotati , di interi reparti che hanno cessato la loro attività routinaria per fare spazio ai malati Covid ma soprattutto per arginare il dilagare dei contagi.Questi purtroppo sono i reparti dove si curano malattie croniche, dove si somministrano terapie salvavita e dove ahimè si fanno tante diagnosi di malattie potenzialmente mortali.

Infatti come spiega Claudio Cricelli, presidente della Società italiana medicina generale e delle cure primarie (Simg):

«Gli screening effettuati in strutture sanitarie, per esempio attraverso la mammografia, impegnano le radiologie ma se si hanno tutti i radiologi impegnati per il Covid è inevitabile che in quel momento lo screening del cancro passi in secondo piano. Per quanto riguarda i normali esami di routine, se comportano un accesso esagerato a strutture ospedaliere che sono già in sovraccarico, è ovvio che vanno

modulati. È importante tenere presente invece che anche in condizione di emergenza, il controllo medico delle persone malate deve essere garantito».

 

 

A preoccupare quindi non sono i morti per così dire “diretti” del Covid ma tutte quelle vittime silenziose che rischiano di morire per il Covid senza averlo contratto. In tanti, troppi infatti stanno saltando terapie necessarie per contenere malattie progressive, controlli per valutare l’efficacia delle terapie seguite e la prevenzione è quasi passata nel dimenticatoio.

Le più aspre conseguenza del covid quindi sono lungi dal manifestarsi. Una volta superato l’apice reale di questa pandemia arriverà un’ondata di morti di tutte quelle malattie che anche prima del covid hanno sempre interessato la vita di tante persone. Sono anche queste da considerarsi dunque “vittime del Covid”?

La speranza per evitare questo drammatico scenario risiede solo  nell’organizzazione degli ospedali e nell’impiego di ingenti risorse per arruolare personale medico e sanitario che possa garantire questi servizi essenziali per la sopravvivenza di chi ogni giorno combatte contro un avversario ben più temibile del virus.