Nel lontano 2008 la Corte di Cassazione riunita a Sezioni Unite con sentenza n° 26972 portava il Risarcimento del Danno alla Persona ad una fase di sicura sofferenza e dubbia interpretazione a causa dei numerosi fraintendimenti, a volte anche voluti, sulle determinazioni a cui aspirava arrivare.
Oggi sono molte le pronunce che hanno confermato un orientamento ben delineato sempre a favore della tutela del danneggiato e dell’integrale risarcimento del danno, ma l’alea rimaneva e perdurava lasciando incertezze e lacunosi dubbi.
Questo fondamentalmente fino ad oggi, allorché la Cassazione con sentenza n° 1361/2014 ha ben pensato di chiarire e inquadrare correttamente tale Macroinsieme di voci di danno contenute tutte nel DANNO ALLA PERSONA.
Ecco i punti salienti e le considerazioni:
- Il risarcimento assume carattere compensativo
- Il carattere aleatorio della materia impone la via equitativa rispetto a mere tabelle, che vanno sempre personalizzate
- Resta fermo l’Assunto dell’INTEGRALE RISARCIMENTO DEL DANNO, che non può trovare restrizione e limite, ma va personalizzato e considerato nello specifico
- Il danno alla persona (non patrimoniale) è composto da una serie di voci descrittive, quali il danno morale, il biologico, l’esistenziale, che non possono meramente essere sommate ma vanno prese attentamente in considerazione per la loro complessità
Per un approfondimento rimandiamo all’interessante articolo: Persona e Danno – “OGNI COSA E’ ILLUMINATA (da Cass. 1361/2014)” – Patrizia ZIVIZ